La fibrillazione atriale è un disturbo della frequenza cardiaca dovuto a un’anomalia strutturale del cuore che altera il numero dei battiti al minuto.
È l’aritmia più diffusa nella popolazione italiana e la sua incidenza cresce con l’aumentare dell’età.
Secondo i dati del progetto FAI (Fibrillazione Atriale in Italia, CNR – Università di Firenze), un anziano su 12 ne è colpito per un totale di oltre un milione di persone che oggi soffrono di questa patologia.
Con l’invecchiamento progressivo della popolazione, la fibrillazione atriale nel 2060 potrebbe avvicinarsi a due milioni di casi.
La complicanza più grave è l’ictus.
Le contrazioni irregolari del cuore favoriscono la coagulazione del sangue causando la formazione di trombi che possono innescare l’evento cardioembolico. Secondo la ricerca, oltre un quarto dei 200mila ictus registrati ogni anno in Italia è riconducibile alla fibrillazione atriale.
Rispetto ad altri ictus, quelli dovuti alla fibrillazione possono avere un impatto più devastante in termini di disabilità residua e possibilità di sopravvivenza.
I fattori di rischio sono:
- Ipertensione arteriosa, arteriosclerosi coronarica e malattie cardiache congenite.
- Ipertiroidismo, polmonite, asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva e diabete.
- Abuso di alcol, sovrappeso, tabacco, eccesso di caffeina, consumo di droghe eccitanti.
La fibrillazione atriale può essere definita in vari modi.
- Parossistica: le crisi si presentano in modo irregolare e, solitamente, svaniscono entro 48 ore senza richiedere alcun intervento.
- Persistente: la fibrillazione dura più di 7 giorni e richiede un intervento terapeutico specifico.
- Cronica: non si interrompe spontaneamente o con intervento terapeutico
Ablazione 3D
La fibrillazione atriale si può curare con un intervento specifico che si chiama ablazione.
L’Ospedale San Martino di Genova è attrezzato con un nuovo software per gli interventi di questo genere che consente di eseguire una ricostruzione in 3D del cuore e di visualizzare la sua attività in tempo reale.