Rari quelli primari, più frequenti da metastasi
Nella maggior parte dei casi, i tumori ossei primari, che non derivano da metastasi di altri tumori, sono sarcomi. Si distinguono in osteosarcomi e condrosarcomi: i primi si sviluppano nel tessuto osseo, i secondi dalla cartilagine. L’osteosarcoma, anche se colpisce di più i bambini e i giovani, può riguardare gli adulti sopra i 40 anni e gli anziani, soprattutto se affetti da altre patologie ossee, come il morbo di Paget, una malattia benigna caratterizzata da uno sviluppo anomalo di nuove cellule ossee. Il condrosarcoma colpisce invece quasi sempre gli adulti più anziani. Il tumore primario dell’osso è abbastanza raro: in Italia si registrano in media circa 350 nuovi casi all’anno (dati della Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro). Le metastasi ossee derivanti da altri tumori sono invece molto più diffuse. Il carcinoma della mammella, del polmone e della prostata – e in parte anche del rene e della tiroide – in fase avanzata sono responsabili di circa l’80% delle metastasi scheletriche. Le sedi più spesso colpite sono le vertebre, il bacino, le costole, il cranio e il femore. Le cause dei tumori ossei sono in gran parte sconosciute e quindi non vi sono strategie di prevenzione. Esistono però fattori di rischio genetici legati a mutazioni che predispongono al tumore. Il rischio di sviluppare il condrosarcoma, per esempio, aumenta nelle persone colpite da esostosi multipla ereditaria, una malattia dovuta a mutazioni genetiche e che si manifesta con la crescita di protuberanze di cartilagine a livello delle ossa. Oggi, grazie ai progressi nella diagnosi precoce e nella chirurgia, e a farmaci più efficaci, è possibile rimuovere solo la parte malata dell’osso, sostituita da un innesto prelevato da un’altra parte del corpo del paziente (o di un donatore) oppure da una protesi metallica o di altro materiale.I sintomi spia
- Dolore e gonfiore localizzati in un punto dello scheletro.
- Fratture patologiche.
- Perdita di peso e affaticamento.