Una corretta alimentazione è alla base di un buono stato di salute a tutte le età e soprattutto negli anziani. Il Ministero della Salute raccomanda che l’alimentazione sia varia ed equilibrata, tenendo conto che nella terza età rallenta il metabolismo basale, lo stile di vita è più sedentario e si riduce il fabbisogno energetico. Una dieta monotona prolungata nel tempo può causare squilibri e carenze. Tra i suggerimenti forniti nella documentazione del Ministero della Salute troviamo quello di:
- fare una colazione leggera ma non limitata solo a caffè, tè, orzo ecc.;
- consumare un pranzo con cereali (pane o pasta), carne o pesce, verdura e frutta, pochi condimenti grassi e poco sale;
- mangiare una cena leggera per non ostacolare il sonno;
- garantirsi un buon apporto di fibre (per esempio, dai legumi) per la regolarità intestinale;
- bere almeno 4-5 bicchieri di acqua al giorno e introdurre liquidi anche con tisane, brodo, spremute;
- masticare lentamente per facilitare la digestione, tritare, frullare e grattugiare gli alimenti difficili da masticare.
In caso di carenze, da accertare però con gli esami del sangue, possono essere utili gli integratori, su consiglio del medico o del nutrizionista. Per esempio, nelle donne in menopausa con osteopenia (riduzione della massa ossea) od osteoporosi, è consigliabile assumere la vitamina D. Secondo numerosi studi, alcune vitamine del gruppo B aiutano a mantenere la fisiologia cerebrale degli anziani. Gli acidi grassi essenziali omega-3 (di cui sono ricchi il pesce azzurro, alcuni oli vegetali e la frutta secca in guscio, ma che sono disponibili anche in forma di integratori) sono stati associati a una ridotta incidenza di Alzheimer, migliori funzioni cognitive e mantenimento del volume cerebrale (progetto: Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative). Infine, gli anziani possono andare incontro ad anemia (10% degli ultra 65enni e 20% degli ultra 85enni, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità). In questi casi, su prescrizione medica, può essere utile il ferro.