La ludopatia è una dipendenza del comportamento riconosciuta nel 2012 dal Sistema Sanitario Nazionale.
Colpisce tutte le fasce d’età, in particolare gli anziani. Gratta e Vinci, SuperEnalotto, slot machine, Bingo, scommesse sportive: la lista di giochi in denaro è molto lunga. Si gioca con il miraggio di guadagnare grosse somme, con il desiderio di poter aiutare i propri congiunti, ma anche con il proposito di recuperare il denaro perduto.
Quando il gioco diventa patologico è una malattia, che va individuata e curata.
Secondo un’indagine nazionale di Nomisma nel 2020, il 25% degli over 65 ha giocato con regolarità d’azzardo.
L’Osservatorio sul gioco d’azzardo 2021 spiega anche che gli anziani giocano soprattutto per divertirsi e distrarsi dai problemi, per curiosità ma anche per solitudine. Gli over 65 prediligono giocare in luoghi fisici – come le tabaccherie, le sale bingo, i bar, le agenzie di scommesse – mentre solo il 3% degli anziani gioca online. Quella del gioco d’azzardo è una pratica che interessa più gli uomini che le donne: il giocatore tipo lo fa in solitudine e senza mettere i familiari a parte del suo agire.
Il gioco offline più praticato è il Gratta e Vinci. Online, invece, anche gli over 65 preferiscono le scommesse sportive.
Giocare non necessariamente significa avere un problema di dipendenza.
Esistono però segnali sentinella utili a capire quando la situazione sta sfuggendo di mano:
- Il pensiero ossessivo del gioco.
- Il nascondere ai propri familiari questa pratica.
- L’idea di giocare per poter recuperare il denaro perduto.
- La richiesta di denaro in prestito per ripianare i debiti.
Il consiglio è di non minimizzare e di non attendere di aver perso cifre ingenti.
Cosa sono i SerD
Superare la barriera dell’imbarazzo e intervenire, infatti, è possibile: in ogni città esistono i SerD (Servizi per le Dipendenze patologiche), un servizio gratuito che si occupa delle dipendenze, in particolare di quelle da gioco.