Si vincono se diagnosticati in tempo
I tumori dell’apparato genitale femminile vanno battuti sul tempo e le visite ginecologiche periodiche, di controllo preventivo, permettono diagnosi precoci. Il carcinoma dell’utero (endometriale) è la terza neoplasia più frequente nelle donne tra 50 e 69 anni (dati dei Registri Tumori Italiani). Alcune forme dipendono dagli ormoni estrogeni e sono legate a fattori di rischio: non avere avuto figli, menopausa tardiva, obesità, diabete, ipertensione, terapia ormonale sostitutiva non ben calibrata. Altre forme non dipendono dagli estrogeni, ma si associano a pregressa radioterapia pelvica o uso del tamoxifene come terapia del carcinoma mammario. Sintomo precoce della malattia è il sanguinamento, motivo per cui il 70% dei casi è diagnosticato quando il carcinoma è ancora confinato all’utero. Il tumore ovarico è invece ancora oggi uno dei “big killers” tra le neoplasie ginecologiche (30% secondo le statistiche), soprattutto perché i sintomi non sono specifici e compaiono in fase tardiva, e non vi sono strategie di screening validate (es. marcatori tumorali) che consentano una diagnosi precoce (eccetto per le donne con alterazioni dei geni BRCA1 e BRCA2). Circa il 75-80% delle pazienti presenta al momento della diagnosi una malattia in fase avanzata. Tra i fattori predisponenti c’è la familiarità per tumore ovarico, all’utero o mammario, il non avere avuto figli, la stimolazione ovarica per terapie contro la fertilità, la prima gravidanza dopo i 35 anni, l’alterazione di uno dei due geni BRCA1 e BRCA2 che predispongono anche al rischio di tumori mammari e di altre neoplasie. Anche il sovrappeso e l’obesità sono stati annoverati di recente tra i fattori probabili di rischio (report World Cancer Research Fund).I sintomi spia
- Tumore endometrio: sanguinamento anomalo.
- Tumore ovaio: di solito non dà sintomi precoci, ma possono esserci addome gonfio e bisogno frequente di urinare. Sintomi più tardivi: dolore addominale o pelvico, sanguinamento, senso di sazietà anche a digiuno.